di Oberdan Menghi, Manola Pales e Maura Di Bernardini
Abstract
Durante la posa dell’elettrodotto 150 kV ACEA “Forte Antenne-Quirinale” è stata scoperta presso la Cassa Depositi e Prestiti un’area di necropoli costituita da tre sepolture, tutte violate, individuate a poco meno di m -1 sotto il livello stradale. L’indagine stratigrafica ha rivelato un gruppo di tombe interessante per la rarità di ritrovamenti recenti di contesti funerari arcaici e medio-repubblicani all’interno delle Mura Aureliane; le sepolture sono del tipo a fossa in sarcofago monolitico di tufo del Palatino incassato direttamente nel terreno vergine e rinterro laterale con zeppe di rinfianco; la copertura è costituita da un unico lastrone disposto orizzontalmente.
L’assenza di rapporti fisici fra le tombe e del corredo, probabilmente trafugato in antico o non introdotto ab origine, non consente la datazione delle stesse. La manomissione delle tombe 1 e 2 è stata perpetrata con rispetto, accostando i resti scheletrici ai lati lunghi del sarcofago.
L’area funeraria viene obliterata da un glareato stradale in noduli calcarei. Una seconda glareatio succede alla prima, forse tra la fine del II e la metà del I secolo a.C.
La scoperta ripropone il tema della presenza di sepolture dislocate a gruppi anche molto distanti fra loro lungo i percorsi stradali fuoriuscenti dal perimetro urbano sin dall’età protostorica.
Pur non escludendo un’attribuzione al periodo arcaico, l’assenza d’un livello d’abbandono interposto fra le tombe e la glareatio di I fase, datata dalla ceramica a non prima del II secolo a.C., e la immediata sovrapposizione della stessa ai livelli tombali, suggeriscono una datazione “bassa” della necropoli al periodo medio-repubblicano (IV-II secolo a.C.).